Dora Ruggiero Web Developer Freelance

Diventare Web Developer Freelance: intervista a Dora Ruggiero

Come si diventa Web Developer Freelance? E’ un lavoro che fa per te? Ne parliamo con Dora Ruggiero…

Ciao Dora.
La prima domanda è molto “semplice”: chi sei?

Dora Ruggiero. Nata nel 1984, insieme al primo computer Macintosh. Non a Cupertino ma in una campagna del Molise!

Dai 19 ai 26 anni tra laurea in informatica e lavori come programmatore, ho vissuto in giro per l’Italia.

Ho poi deciso di tornare nel mio tranquillo paesino di nascita dove attualmente vivo: innanzitutto perché qui la vita costa poco e poi perché gran parte di quello che mangio proviene dalle terre che mi ha lasciato mio nonno!

Molto spesso viaggio in moto, da sola, o in camper con la famiglia.

E quindi cosa fai?
Come ti presenti sul mercato?

Mi offro al mercato come Web Developer Freelance.

Per me questo significa avere la libertà di decidere con chi lavorare, dove lavorare e quanto lavorare!

Cresco quotidianamente e non rischio di arenarmi su singoli progetti.

Principalmente aiuto le PMI a semplificare il proprio lavoro attraverso software e nuovi modi di interpretare la routine.

Sviluppo in Laravel e WordPress.

La libertà di decidere con chi lavorare, dove lavorare e quanto lavorare è sicuramente una gran conquista! Come ci sei arrivata? Qual è stato il tuo percorso? Laurea in informatica, primi lavori da programmatore dipendente… e poi? Come hai trovato i primi clienti?

Allora, questa conquista è arrivata fondamentalmente senza volerlo.

Dal 2006 al 2015 ho lavorato presso software house di piccole-medie dimensioni, i cui dipendenti (compresa me) avevano subito l’influenza morale del datore di lavoro che quel ‘posto’ fosse prezioso e bisognasse tenerselo stretto con tutti i denti a disposizione.

Quindi la gente al di fuori di quelle quattro mura non guardava perché convinta che ci fosse il nulla.

Considera anche la mia posizione geografica: Molise!

A gennaio 2015 ho avuto una bimba, ma ho continuato a mantenere sempre i rapporti con l’azienda, lavorando la sera o di notte.

Sempre perché dovevo tenermelo stretto quel posto di lavoro.

C’è stato un qualche travaglio nel mollare il lavoro da dipendente e lanciarsi nella vita da freelance?

Al rientro dalla maternità ho subito mobbing da parte di un mio collega.
L’azienda ha partecipato come spettatore a quel punto io ho tagliato la corda.
Amavo e amo il mio lavoro ed episodi del genere sono intollerabili.

Così ho iniziato a guardarmi intorno e, per fartela in breve, mi si è aperto un mondo!

Mandavo curriculum alle aziende e, dopo aver sostenuto diversi colloqui con molte di esse, quasi tutte risposero sempre con una proposta lavorativa.

Nel frattempo però, grazie a gruppi Facebook come “Nomadi Digitali Italiani” e”Web developer Italiani“, ho capito che la mia professione poteva essere svolta tranquillamente da ogni parte del mondo… e che avevo esperienza da vendere.

La mia necessità principale, in quel momento, non era viaggiare, ma bensì conquistare più tempo possibile per stare con la mia bimba.

CI SONO RIUSCITA.

Ho iniziato a instaurare rapporti di collaborazione con web agency in loco e con freelance sparsi per il mondo.
Ovviamente i primi prezzi erano tirati, ma a me interessava instaurare un rapporto continuativo.

Oggi sto rifiutando lavori.

Molto spesso in azienda il personale
non viene ottimizzato: viene usato.

Non ti nego che dopo le dimissioni ho avuto una paura fottuta di aver preso la decisione sbagliata, ma ad oggi non tornerei mai sui miei passi: soprattutto non tornerei a lavorare in un’azienda, dove il lavoro è stagnante e ci sono poche possibilità di crescita. Molto spesso il personale non viene ottimizzato ma solo usato…

Quindi i primi clienti da freelance li hai trovati alla “vecchia maniera”?
Mandando curriculum e spulciando annunci?
E oggi come ti arrivano lavori e clienti?

I primi clienti li ho trovati mandando curriculum, presentandomi in sede ed offrendomi come freelance.
Quindi in questo caso erano tutte aziende strutturate.

Poi ho trovato collaborazioni con altri freelance rispondendo ad annunci su gruppi Facebook o scrivendo loro su LinkedIn.

In seguito ho trovato clienti privati grazie al passaparola tra amici.

Tutt’ora questi canali sono gli unici da cui mi arriva il lavoro.

Cosa consiglieresti a qualcuno che avesse la necessità di trovare nuovi clienti?

Consiglierei di preparare un CV e magari una piccola pagina web rappresentativa: curare la nostra immagine online è molto importante.

Se vuoi provare con un contatto diretto ti consiglierei semplicemente di effettuare una ricerca su Google ed iniziare a mandare delle email personalizzate: per ogni azienda cerca di capire la “chiave di accesso” e personalizza la tua presentazione.

Consiglierei inoltre di seguire i gruppi social e Linkedln.

Sui marketplace non sono riuscita mai ad accaparrarmi un lavoro…

E soprattutto consiglierei di non aver paura!

Se il lavoro viene effettuato con professionalità… con il tempo ripaga.

Che mi dici sulla tua formazione? Ma soprattutto come cambia il modo di formarsi per diventare un Web Developer… Continui a studiare e a fare auto formazione? 
E cosa consiglieresti oggi a chi ti chiedesse un consiglio per imparare a fare quello che fai tu?

Beh la mia formazione è stata costante. Nel senso che sono cresciuta programmando sul Commodore 64, tra una giocata con una capretta e con un cane. Mio padre ha visto sempre largo a riguardo della tecnologia nonostante lui non ne capisse nulla. Mi comprava gli attrezzi ed io cercavo di combinarci qualcosa…

Quindi la mia formazione è stata sempre tecnica ed informatica.
Le basi le ho acquisite a scuola e all’università.

Purtroppo il lavoro da dipendente ha rallentato moltissimo la mia formazione perché fondamentalmente mi ritrovavo a seguire un progetto grosso, quindi a trattare con il cliente e a rilasciare le features successive. Tralasciando l’innovazione. Il programma funzionava e quindi bisognava continuare su quello. Non c’era la possibilità di aggiornarlo.

Il lavoro da dipendente ha rallentato moltissimo la mia formazione.
Questo primo anno da freelance, invece, mi ha permesso di crescere e rilanciarmi nella giusta direzione.

Questo primo anno da freelance, invece, mi ha permesso di crescere e rilanciarmi nella giusta direzione.

La mia tecnica per continuare a formarmi è questa: prendo dei lavori che magari non so fare benissimo, proponendo un costo più basso in compenso di un tempo maggiore. Cioè imparo lavorando, così non perdo la motivazione. Devo consegnare il lavoro e quindi da concetto studio si trasforma in concetto di obbligo! Insomma unisco l’utile al dilettevole.

Per imparare a fare quello che faccio io, potrebbe tornare utile fare uno stage in una software house oppure in una web agency. Cominciare a capire come funziona questo mondo, captando quali possono essere gli sbocchi per un impiego in autonomia.

Che attitudini bisogna avere secondo te per fare il Web Developer freelance?

Sforzarsi nel capire cosa hanno fatto gli altri, studiare il codice di altri sviluppatori.

Non reinventare mai la ruota: qualcuno prima di noi ha già lavorato per migliorare e velocizzare il nostro lavoro.

Utilizzi l’inglese per lavoro?
Quanto ritieni importante la conoscenza dell’inglese o di un’altra lingua?

La conoscenza dell’inglese è fondamentale nel nostro settore, soprattutto per lo studio.

La maggior parte dei forum e delle guide sono in lingua inglese.

 

Il tuo più grande errore (con un cliente)?

Dimostrare troppa disponibilità, alcuni potrebbero approfittarne, soprattutto se aldilà del monitor sentono una voce femminile.

La scelta più azzeccata che hai fatto nella tua vita (professionale)?

Non essermi ingabbiata dentro un solo linguaggio di programmazione. Ma dall’altra parte il concetto di “nicchia” è di importanza cruciale: ad offrirsi come un tutto fare si rischia di impazzire, è IMPOSSIBILE tenersi aggiornati su tutti gli aspetti del web.
Diffidate dei personaggi che dicono di saper fare tutto!

Bene Dora, grazie per questa bella intervista.
Siamo arrivati alla conclusione: lancia il tuo messaggio all’umanità! 🙂

Mentre sto scrivendo queste righe, fuori c’è il sole, è arrivata la primavera. Ora chiudo il pc, prendo mia figlia e andremo a fare una scampagnata in montagna. Stasera mi metterò a lavoro, quando lei si addormenterà.
Non devo dar conto a nessuno. Gestire il proprio tempo è la consapevolezza più importante che un essere umano può arrivare a comprendere.

Mi rendo inoltre disponibile a chiunque voglia un consiglio su un libro, un corso, un primo passo per iniziare…

Contattatami! Sarò felice di aiutarti a trovare la strada giusta…

Dora Ruggiero
www.doraruggiero.it

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