Valerio Celletti AdWords Specialist

Diventare AdWords Specialist. Intervista a Valerio Celletti

Hai mai pensato di diventare un AdWords Specialist? Di cosa si occupa un esperto AdWords e cosa fare per diventarlo. Ne parliamo con Valerio Celletti…

Ciao Valerio
Innanzitutto… Chi sei? 🙂

Mi chiamo Valerio Celletti e sono un freelance romano trasferito a Milano da 5 anni.
Ho lavorato per varie aziende occupandomi di comunicazione e advertising online in generale.
Poi ho scoperto le piattaforme di Freelancing Online e ho colto l’opportunità per affrancarmi da una situazione lavorativa che iniziava ad annoiarmi.

Cosa fai?
Di cosa ti occupi di preciso?

I miei servizi da freelance vertono intorno alle due cose che mi interessano maggiormente e che prima – quando lavoravo in azienda – erano solo una piccolissima parte del lavoro che effettivamente facevo:

Il mio cliente tipo è un e-commerce – italiano o estero – che vuole vendere di più… o spendere meno mantenendo i risultati… o entrambe le cose se possibile.
Ma un mio cliente può essere anche un’azienda che vende servizi e che vuole promuoversi nella propria area geografica.

Attualmente circa il 60% dei miei clienti li reperisco sulle piattaforme di freelancing. In particolare Upwork sul quale ho completato con successo circa 40 progetti in quasi 1000 ore di lavoro.
Avendo lavorato in passato con clienti esteri mi è sembrato naturale rivolgermi all’estero, dove trovo ci sia una maggiore cultura digital e progetti più interessanti… generalmente con budget adeguati!

Come sei diventato un AdWords Specialist? Qual è stato il tuo percorso?
C’è un percorso “canonico” o, come capita spesso nel web, c’è più una moltitudine di percorsi possibili?

Mi sono appassionato ad AdWords 7-8 anni fa lavorando in un’azienda che vendeva gestionali.
Per ottenere più lead stavo lavorando un po’ sulla SEO, ma con la SEO per avere risultati ci vuole tempo.

Arrivò in sede uno di quei famosissimi voucher di credito pubblicitario di Google AdWords che invitava a provare questa piattaforma.

“Perché no?”, mi sono detto. Così ho letto un po’ di documentazione, creato le prime campagne e, nonostante un po’ di concorrenza… stavano funzionando!

Nei mesi successivi decidemmo di aumentare il budget e inizia a studiare: i risultati, lentamente ma progressivamente, miglioravano… ed è così che mi innamorai di AdWords!

Faccio un lavoro che mi piace,
per il quale lavorare tante ore al giorno non mi pesa.

Ho usato AdWords in tutte le esperienze lavorative da dipendente, ho dato una mano a varie ONLUS pro bono per le campagne PPC (Pay per Click) e poi ho scoperto Upwork. Attraverso le piattaforme di freelancing ho iniziato a trovare clienti, ottenendo buoni risultati…
poi altri…
poi un po’ di passaparola
e con un po’ di coraggio mi sono buttato nell’avventura di farlo in modo esclusivo, da freelance.

Ne sono contentissimo: faccio un lavoro che mi piace, per il quale lavorare tante ore al giorno non mi pesa.

Parliamo di clienti. Hai già detto che il 60% dei clienti arriva da Upwork; che mi dici dell’altro 40%? E soprattutto all’inizio, quando ce ne è più bisogno, come hai trovato i primi clienti? Oppure Upwork è stato determinante fin dall’inizio?

Passaparola, forum, quora, reddit… ovunque sia possibile dare una mano, consigli, spiegare… c’è la concreta possibilità che qualcuno abbia bisogno di aiuto.
Per questioni di tempo non riesco a creare molti contenuti, non faccio personal branding in modo aggressivo: dimostro di essere competente sulla materia senza fare hard-selling.

Fammi capire:
1) vai su Quora;
2) vedi le domande cui potresti rispondere;
3) rispondi dando tempo e valore al tuo interlocutore in cambio di niente…
4) e il tuo interlocutore ti contatta per chiederti una consulenza o un servizio? Io ci credo… Ma cosa diresti a chi non ci crede e pensa che sia tutta una perdita di tempo? 😉

Direi che è un mondo abbastanza competitivo e bisogna ingegnarsi un po’ per spiccare. Se ritenete che valga la pena dedicare del tempo gratis a un potenziale cliente fatelo, costruite una relazione di fiducia, dimostrate che siete la persona giusta al momento giusto per quel problema.

Si “investe” del tempo per capire problemi ed esigenze altrui, e per convincere il nostro interlocutore che ha a che fare con una persona potenzialmente idonea per risolvere un determinato problema.

Nota dell’intervistatore.
Il rispondere generosamente sulla base di una sicurezza acquisita con l’esperienza e con le proprie conoscenze è quello che secondo me ci rende “irresistibili” con i potenziali clienti.
Da una parte facciamo sentire che non abbiamo bisogno di loro, dall’altra offriamo generosamente una mano per risolvere il loro problema. La prossima volta che avranno un problema sapranno di trovare un aiuto prezioso al nostro indirizzo. Saranno però già in debito e quindi più disposti – e felici – di pagare per avere la nostra completa e totale attenzione. Se non è così – se non sono disposti a riconoscerci quello che ci meritiamo – allora sono delle sanguisughe e meglio non perdere tempo con loro! 😉

Ovviamente non tutti gli investimenti, compreso questo, hanno successo, ma è un approccio tra i tanti possibili.

Ha ovviamente dei limiti: potrebbe non funzionare in determinati ambiti, è molto dispendioso in termini di risorse ed ovviamente è un metodo relativamente poco scalabile, soprattutto quando il tempo scarseggia.
A me però piace molto e tra l’altro permette di rovesciare la prospettiva: sono io che sto aiutando te!
Quindi questo mette il freelance in una posizione forte.

Insomma, perché non provare? 🙂

Hai provato altre piattaforme oltre ad UpWork?
C’è qualcosa che ti senti di suggerire e qualcos’altro che consiglieresti di evitare?

Eviterei la corsa al ribasso sui prezzi, sia su Upwork che su altre piattaforme. Non ha senso competere con persone in grado di offrire un lavoro (magari di discutibile qualità) a 3 dollari l’ora. Sulle piattaforme di freelancing bisogna curare il proprio profilo, specializzarsi e dimostrare valore, puntando al 10% dei lavori migliori, ignorando il rumore di fondo.

So che non tutti hanno successo su queste piattaforme per freelance… E so che chi ha successo segue una sorta di strategia, giusto? E so anche che stai per pubblicare una guida sull’utilizzo di Upwork… 🙂 Che ci dici in proposito?

La cosa assolutamente fondamentale è creare un profilo breve, corretto, efficace… e ricevere i primi feedback positivi.
Anche piccoli lavori, giusto per entrare nel giro e dimostrare che si è competenti su quell’argomento e raccogliere feedback, quindi credibilità.
La rivoluzione copernicana delle piattaforme di freelancing consiste, a mio avviso, nella loro “democraticità“: sono sicuramente molto competitive, ma la capacità e i risultati sono l’unica unità di misura reale, in grado di mettere sullo stesso piano un autodidatta indiano e un occidentale che ha lavorato per “agenzie boutique”, almeno in questo settore.

I profili generalisti (SEO + Social Media + PPC + Web Design + Cuoco + Esorcista) hanno scarsissime possibilità di successo: sembrano disperati.

Sono anche stato dall’altra parte della barricata e ho usato queste piattaforme per cercare collaborazioni per me e per aziende per le quali ho lavorato.
Ho riscontrato che i profili generalisti (SEO + Social Media + PPC + Web Design + Cuoco + Esorcista) hanno scarsissime possibilità di successo, perché sembrano disperati.

Bisogna invece focalizzarsi su 1/2 skill chiave e lavorare su quelle.

Un’altra cosa che raccomando è leggere con la massima attenzione i requisiti dei vari lavori e rispondere in modo pertinente: fare application copia/incolla non funziona.

Dici anche che ti rivolgi ai clienti esteri… Immagino tu possa riportare delle differenze tra i diversi mercati esteri e quello italiano… Potrebbe emerge con evidenza l’importanza di conoscere l’inglese o almeno un’altra lingua straniera… Che ci dici in proposito?

Mi sembra che in generale ci sia molta più conoscenza e – per così dire – cultura del digitale. Le figure che lavorano in questo ambito nel loro piccolo sono molto più rispettate, anche economicamente.

Con un cliente estero non ho mai dovuto mandare
più di due solleciti per il pagamento di una fattura.

Cosa non banale: con un cliente estero non ho mai dovuto mandare più di due solleciti per il pagamento di una fattura, cosa che personalmente può dare maggiore sicurezza.

Il tuo più grande errore con un cliente?

Ne faccio ancora: errori di valutazione sull’impegno da dedicare a un cliente in termini di ore e sforzo, in eccesso o in difetto. Ma è difficile per tutti e si impara con l’esperienza.

Per il resto nulla di grave/penalmente perseguibile per fortuna 🙂

Il tuo più grande successo con un cliente?

Non un cliente specifico, ma nella mia breve esperienza come freelancer ho avuto l’opportunità di lavorare con clienti da 12 paesi diversi. Un’esperienza di arricchimento personale: le differenze culturali spesso si percepiscono anche nei rapporti lavorativi di questo tipo.

La scelta più azzeccata che hai fatto nella tua vita (professionale)?

Continuare a studiare, provare, leggere, imparare continuamente, rimanere “curioso”.

E, almeno finora, aver provato la strada del freelancing.

Faticosa, ma soddisfacente, almeno sul lato umano.

Che percorso consiglieresti ad un aspirante AdWords Specialist?

Non un percorso, un consiglio: fate pratica e imparate dagli errori. Per chi è agli inizi e non volesse rischiare sui soldi altrui è possibile farsi le ossa “nel mondo reale” con il programma AdGrant di Google, che offre ben 10000 USD/mese alle no profit che vogliono farsi pubblicità su rete di ricerca.

Sono davvero moltissime le no profit che non conoscono questo programma o non lo stanno sfruttando: è un modo per imparare veramente e, tra l’altro, mi piace pensare che possa essere un modo smart per fare ‘volontariato’.

Ma a chi ti chiede il solito libro, il solito corso… un primo passo con il quale iniziare… cosa risponderesti?
Dici di aver studiato tanto… ma in che senso? Come?

In linea generale c’è molto da leggere per rimanere aggiornati sull’argomento AdWords, sia online che offline.

I “miei” fondamentali:

Per quanto riguarda i blog da seguire:

Ci sono inoltre molti libri e risorse dedicati a chi sta valutando la strada del freelancing.

Mentre come blog interessanti sul freelancing/lavoro in generale: The Shortlisted (in inglese) su tutti.

Come vedi il futuro del tuo settore?
Ci sono prospettive (di lavoro)?

Penso che il freelancing, soprattutto sulle professioni digital, sarà sempre più diffuso. Se dovessi fare una ‘profezia’ sul futuro immagino una sempre maggiore specializzazione e atomizzazione delle professionalità, anche per quello che riguarda i posti di lavoro (es. uffici tradizionali VS coworking).

Bene Valerio!
Direi che siamo arrivati alla conclusione di questa lunga e bella chiacchierata…
Qual è il tuo messaggio all’umanità? 🙂

Se il lavoro in ufficio ti sta consumando… prova a fare il salto!

Ne guadagnerai in salute ed umore. 🙂

Per metterti in contatto con me – per un audit gratuito della tua campagna AdWords o per un altro motivo – mi puoi trovare su www.valeriocelletti.com.

Se hai invece hai qualche domanda che potrebbe essere utile anche agli altri ti invito a farla qui sotto nei commenti…

Condividi! questo articolo