Diventare Consulente Web Marketing: Intervista a Fabio Faccin

Chi è il Consulente Web Marketing? Cosa fa e come si diventa? Ne parliamo con Fabio Faccin, consulente Web Marketing e Web Analytics.

Ciao Fabio
Grazie per questa intervista.
Prima domanda: chi sei?

Sono Fabio, ho 26 anni, sono nato e (per ora) vivo per la maggior parte del tempo a Gambellara, un paesino in provincia di Vicenza.

Mi sono laureato in Economia Aziendale nel 2012 e da allora ho svolto diversi lavori in vari ambiti, cercando continuamente quale fosse quello più adatto a me.

Durante il mio percorso ho compreso che le attività troppo monotone e sedentarie non facevano per me.

Ho sempre desiderato viaggiare o comunque cercare opportunità anche oltre i confini nazionali; infatti ho vissuto a Londra per qualche mese, mantenendomi lavorando come cameriere.

A questo punto della mia ricerca (non ancora finita ovviamente) ho capito che quello che cercavo non era solo il lavoro in sé – inteso come mansione – ma piuttosto la possibilità di poter gestire il mio tempo liberamente facendo da una parte quello che mi piace, ma potendo scegliere anche quando, come e dove farlo: modellando il mio lavoro in base ai ritmi della mia vita e non viceversa.

Cosa fai?
Di cosa ti occupi come freelance?

Sono un consulente di Web Marketing e Web Analytics, certificato Google Partners in Google Analytics, Google AdWords e Google Tag Manager. Questo è però un settore molto vasto che comprende diverse specializzazioni.

Nello specifico mi occupo di gestire campagne di marketing Pay Per Click (PPC) per i miei clienti, con l’obiettivo di acquisire traffico quanto più in target possibile per aumentare le vendite o acquisire lead, cioè contatti di potenziali clienti interessati.

Gli strumenti e le piattaforme che utilizzo quotidianamente sono Facebook Ads, Google AdWords, LinkedIn Ads, Google Analytics.

Il mio lavoro consiste quindi nell’individuare il canale di marketing digitale più adatto in cui investire per il mio cliente, per poi creare e ottimizzare le campagne PPC.

Proprio per la natura della mia attività, per lavorare mi è sufficiente avere il notebook e una connessione internet. Questo mi permette di spostarmi e viaggiare liberamente, partecipare a eventi e convegni, senza dover chiedere il permesso a nessuno.

Quindi sei un Consulente Web Marketing e ti occupi soprattutto di campagne PPC. Quando hai capito che ti interessava questo settore? E come ti sei formato? In pratica… come sei diventato un Consulente Web Marketing? Ci sono state delle scelte che hai dovuto fare? Delle rinunce? Dei sacrifici?

Mi fa molto piacere rispondere a questa domanda, in quanto ritengo che la mia esperienza possa essere utile anche ad altri che si trovano nella mia stessa situazione.

Dopo la laurea (nel 2012) ho svolto diverse esperienze lavorative, perlopiù con contratti di stage. La svolta è arrivata grazie ad un progetto di work experience organizzato dalla Camera di Commercio della mia provincia, finanziato da fondi europei e rivolto a giovani laureati disoccupati. Grazie a questo progetto ho potuto seguire un corso e svolgere un tirocinio presso un’importante azienda di informatica della mia zona, durante il quale abbiamo realizzato un sito web – dalla progettazione al lancio online – e svolto altre attività di marketing.

Proprio grazie a questa esperienza ho potuto per la prima volta conoscere linguaggi di programmazione, la SEO, il SEM e tutto quello che gira intorno al Web Marketing in generale. Ho compreso in questo modo che ciò che mi appassionava veramente era un connubio tra quello che avevo studiato (economia e marketing) e quello che mi ha sempre appassionato (l’utilizzo del computer).

Piccola parentesi: questo tirocinio veniva retribuito 3€ lordi l’ora e per recarmi in ufficio dovevo fare 70 km ogni giorno! Vedo che molti miei coetanei storcono il naso o rifiutano opportunità simili, in quanto non sono disposti ad accettare contratti di questo tipo, pretendendo di ottenere subito un impiego a tempo indeterminato e ben retribuito. Quello che non capiscono è che quel mondo non esiste più. Sono d’accordo che alcuni datori di lavoro se ne approfittano; tuttavia se non si è disposti a fare sacrifici come questi poi non ci si lamenti della mancanza di opportunità!

Se non si è disposti a fare sacrifici…
non ci si lamenti della mancanza di opportunità!

Da quel momento in poi ho iniziato a studiare da solo gli argomenti affini al Web Marketing, arrivando alle certificazioni Google Partners in Google Analytics, AdWords e Tag Manager, e mettendo in pratica quello che avevo imparato nella teoria durante le successive esperienze in due diverse agenzie web.

La mia ultima esperienza lavorativa, in particolare, mi ha dato la possibilità di imparare molto soprattutto nella gestione di campagne PPC. Non essendo soddisfatto di alcune cose, e sentendo crescere dentro di me l’esigenza di maggiore flessibilità e libertà, ho iniziato a cercare tramite Upwork clienti da gestire direttamente (all’inizio soprattutto clienti esteri).

Essendo impiegato a tempo pieno, mi dedicavo ai progetti con i “miei” clienti nelle ore serali (pagato pochissimo, lo ammetto, ma all’inizio mi servivano recensioni 🙂 ).

Nota dell’intervistatore
Il fatto di venire pagati poco all’inizio è una caratteristica comune nelle storie di chi inizia un percorso per diventare freelance (compresa la mia). Non bisogna farsi spaventare da questo; bisogna piuttosto mettere in conto di fare dei piccoli, gestibili sacrifici: fa parte del processo attraverso il quale facciamo vedere ai clienti, al mercato – e anche a noi stessi – quanto valiamo. Quando iniziamo ad avere più richieste di quelle che siamo in grado di seguire… le cose cambiano! E a quel punto non bisogna aver paura di alzare il prezzo!

Per circa 3 mesi la mia vita lavorativa – e non solo – è stata davvero molto dura e stressante: tra l’impiego da dipendente e il seguire i progetti personali lavoravo in media 12 ore al giorno!

Ricordo benissimo quel periodo: tornavo a casa alle 18:30, facevo un po’ di sport per “sbollire” dopo 8 ore in ufficio, mangiavo e dalle 20:00 a mezzanotte mi dedicavo ai clienti di Upwork.

Questo finché non ho dato le dimissioni ed ho iniziato a lavorare come freelance, nel Giugno 2016.

Diversi sacrifici che, ora, posso dire siano davvero valsi la pena.

Quindi adesso la maggior parte dei tuoi clienti arriva da Upwork. Ne arrivano anche da altre fonti? Hai anche un sito… Qualche soddisfazione da quel punto di vista? Hai un progetto per fare una campagna SEO o altri tipi di promozione?

All’inizio i clienti arrivavano solamente da Upwork. Poi ho iniziato a farmi conoscere anche al di fuori di questa piattaforma. Attualmente i clienti arrivano anche tramite passaparola o dai canali social. Riguardo quest’ultimo punto, in particolare, sono arrivate richieste di collaborazione grazie alle mie attività su LinkedIn e in gruppi Facebook di settore.

Utilizzo questi due social network per dare suggerimenti, condividere risultati, e anche chiedere consigli ad altri colleghi!

Sì, qualche contatto è arrivato anche tramite il mio sito, strumento che ritengo sempre fondamentale: tutte le persone che arrivano a conoscermi, in un modo o nell’altro vanno a consultare il sito e possono approfondire i miei servizi, le mie esperienze passate e il mio portfolio.

Il traffico organico proviene principalmente dagli articoli del mio blog. Infatti, quando ho qualche consiglio o risultato interessante da condividere scrivo un articolo nel blog. Alcuni miei articoli possono essere utili ad imprenditori che non ne sanno nulla di Web Marketing, altri invece sono più tecnici e possono essere di aiuto anche ai miei colleghi.

Riguardo alla tua formazione mi piace il fatto che ti sei formato molto da solo. In pratica non hai fatto corsi, hai fatto esperienze lavorative e molto studio individuale. Secondo me è quasi sempre il modo migliore per imparare il mestiere. Ma cosa consiglieresti a chi ti chiede un libro, un corso… un primo passo per imparare a fare quello che fai tu?

Sì, mi sono formato da solo all’inizio, “sporcandomi le mani” direttamente in piccoli progetti, prima di avere l’opportunità di applicare nel lavoro vero e proprio le conoscenze acquisite. Sicuramente i migliori corsi dai quali iniziare per imparare a fare quello che faccio io sono i corsi forniti da Google stessa nel programma Google Partners, finalizzati ad ottenere la certificazione ufficiale.
Sono disponibili corsi di AdWords e Analytics. Gratuiti, ovviamente.

Questi corsi servono per avere un’infarinatura di base, ma secondo me non sono sufficienti per lavorare concretamente nella creazione e gestione di campagne per i clienti. Quello che ho notato quando ho iniziato a lavorare in agenzia, infatti, è che la realtà dei fatti era diversa da quello che avevo studiato. Nella pratica vengono seguite molte best practice che non vengono menzionate dai corsi di Google, best practice che è possibile apprendere solo attraverso l’esperienza sul campo o consigli di colleghi più esperti.

Infine, secondo me i migliori testi su cui studiare per approfondire gli argomenti di Google AdWords e della Web Analytics sono:

Upwork è in inglese giusto? Quanto definiresti importante la conoscenza dell’inglese…o di un’altra lingua straniera?

Almeno l’inglese, direi che è molto importante (che novità!). Certo in Upwork si trovano anche clienti italiani, per cui non è proprio fondamentale, però avere come mercato di riferimento il mondo è tutta un’altra cosa! 🙂

Sia chiaro, io non sono certo madrelingua inglese, anzi; ma saper sostenere una conversazione con un potenziale cliente può essere sufficiente per ottenere un progetto. Alla fine, l’importante è saper conversare su argomenti riguardanti il tuo lavoro: sono i fatti, le conoscenze tecniche, i risultati che parlano davvero.

C’è stato per te un passaggio psicologico per arrivare alla decisione di dare le dimissioni? Oppure ti sentivi piuttosto sicuro proprio in virtù dei sacrifici fatti (il lavorare per 12 ore al giorno per un periodo piuttosto prolungato)?
Molti probabilmente sono terrorizzati dal mollare il proprio posto “sicuro” e quindi mi chiedo come possiamo condividere le nostre paure in modo da esorcizzare quelle degli altri. Non so se mi spiego. 🙂

In realtà proprio il fatto di aver affiancato il lavoro dipendente al lavoro “in proprio” era perché non mi sentivo subito sicuro di fare il grande passo. In questo modo ho potuto aumentare progressivamente il numero dei miei clienti diretti, potendo inoltre avere la conferma dal mercato che le mie consulenze valevano (e aumentando di conseguenza la mia autostima!).

Quindi non ho fatto un passo nel vuoto dando le dimissioni ed iniziando da zero la mia attività di freelance ma mi sono preparato piano piano. Poi, nel momento in cui ho preso finalmente la decisione (dopo settimane passate a rimuginare), le motivazioni sono state principalmente due:

  • lavorare chiuso in un ufficio dovendo rispettare degli orari rigorosi, nonostante la tipologia di lavoro consentisse maggiore flessibilità sia di spazio che di orario, mi faceva sentire veramente in gabbia;
  • nel mese di Giugno, quello in cui ho dato le dimissioni, in meno della metà del tempo impiegato (solo 3-4 ore serali, contro le 8 ore in ufficio) con i miei progetti personali avevo guadagnato il doppio rispetto al lavoro da dipendente!

Fatte le dovute considerazioni, solamente un pazzo non avrebbe fatto quello che ho fatto io.

Il problema è che di pazzi ce ne sono ancora molti in giro. 😉

Ritengo inoltre sia importante avere rispetto del proprio datore di lavoro. Finché si può dare il 100% del proprio contributo vale la pena rimanere, quando invece non si è in grado di garantire questo è giusto andarsene.

Vedo anche che molti hanno difficoltà a posizionarsi sul mercato, non in senso SEO 🙂 ovvero del ritrovarsi in 1ª pagina su Google, ma nel senso che non riescono a trovare una loro collocazione che li identifichi come gli esperti di quel servizio e che li differenzi dalla concorrenza (in altre parole: una loro nicchia). Che ne pensi?

Penso che per un freelance sia fondamentale trovare il proprio focus, in modo da posizionarsi come esperti in uno specifico servizio. Come ho accennato all’inizio, il Web Marketing è una materia molto vasta e spesso i clienti che cercano un freelance non cercano un “esperto tuttologo del Web Marketing” ma piuttosto qualcuno che possa seguire la parte SEO, o le campagne PPC, o la scrittura degli articoli del blog, o la grafica, o altro.

Il consiglio è quindi di trovare il ramo che interessa di più, per il quale ci sentiamo più portati, e focalizzarsi, studiare, fare pratica per essere percepiti come esperti di quella specifica attività.

Per questo anch’io mi sono specializzato nelle campagne PPC, si tratta dell’argomento che conosco maggiormente e per il quale posso garantire il maggior valore al cliente. Ovviamente mi formo costantemente anche su tutti gli altri argomenti come la scrittura persuasiva, la grafica, la SEO, la creazione di landing page… ma il servizio per il quale “mi vendo” ai clienti rimane consulente Pay Per Click e Web Analytics.

Bene Fabio!
Direi che siamo arrivati alla conclusione di questa lunga e bella intervista.
Lancia il tuo messaggio all’umanità! 🙂

Mi piacerebbe trasmettere fiducia nei lettori che stanno pensando se iniziare o meno la loro carriera da freelance: se già lo stai pensando significa che hai il carattere per riuscirci! Non ascoltare chi vuole smorzare il tuo entusiasmo, e credi in te stesso. Infatti, molto spesso sono proprio gli stessi datori di lavoro che cercano di demoralizzarti e farti credere un incapace per fare in modo di controllarti meglio. Ero nella stessa situazione anche io, ma alla fine sono riuscito ad ottenere soddisfazioni inimmaginabili :D.

Se stai pensando se iniziare o meno la tua carriera da freelance…
significa che hai il carattere per riuscirci!

La libertà non ha prezzo: anche se all’inizio dovessi ritrovarti con meno soddisfazioni economiche, il fatto di poter decidere quando, dove, con chi lavorare, e quindi di non essere schiavo di qualcun altro, vale molto ma molto di più (ad esempio ultimamente ho potuto viaggiare 1 mese in Portogallo e 1 mese alle Isole Canarie, continuando comunque a lavorare senza problemi e non dovendo chiedere giorni di ferie a nessuno)!

Io penso che entro qualche anno (ok, forse decennio) il mondo del lavoro sarà formato quasi esclusivamente da freelance, per svolgere le più svariate mansioni. Il contratto “a vita” andrà a scomparire, e per certi versi è meglio così.

Sono ben disposto ad aiutare e dare consigli a chiunque voglia intraprendere la mia strada, visto che anche io al tempo ho chiesto consigli ad altri che l’avevano già intrapresa. 🙂

Potete visitare il mio sito www.fabiofaccin.com, contattarmi in LinkedIn o Facebook, o lasciarmi direttamente un commento qui sotto!

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