filippo esposto: programmatore per il web e consulente e-Commerce e Magento

Diventare Programmatore per il Web: Intervista a Filippo Esposto

Come si diventa programmatore per il web? E consulente e-Commerce? Come si gestisce il lavoro e come si gestiscono i clienti? Ne parliamo con Filippo Esposto…

Ciao Filippo
Grazie per il tempo che ci dedichi per rispondere a questa intervista.
Prima domanda: chi sei?

Mi chiamo Filippo Esposto, ho 44 anni, dopo il diploma di maturità scientifica ho frequentato la facoltà di Giurisprudenza.
Proprio nella biblioteca della facoltà, mentre studiavo per inerzia, ho iniziato ad appassionarmi al web.

In quegli anni non c’era ancora Google: il motore di ricerca italiano era Virgilio e si navigava con Netscape Navigator.

In quelle “navigate” in biblioteca, sentivo il profumo del futuro, un mezzo universale che non poteva non appassionarmi. Presi la decisione netta di ridare corpo ad una mia vecchia passione: l’informatica.

Sei quindi un programmatore?

Iniziai a fare dei corsi di programmazione e da lì a poco iniziai a lavorare per un’azienda che faceva un software web per il mondo ceramico. Furono sette anni di studio, di lavoro e full immersion in tutto quello che era informatica.

Feci il programmatore e poi il sistemista sia Windows che Linux.

Il tutto mi iniziava però a stare stretto.

Volevo gustarmi la libertà di scegliermi il lavoro. Il mio sogno era quello di poter lavorare ovunque. Google era appena uscito, alcuni miei amici a Milano avevano partecipato ad una sua presentazione in Italia. Facebook non c’era ancora. Il telelavoro? Una cosa da romanzo di fantascienza.

Così prendo coraggio e mi licenzio.
La forma mentis da dipendente però è difficile da cancellare. Iniziare a navigare in un mare ignoto è sempre complesso. Per questo mi licenziai ma solo dopo aver trovato una consulenza con uno studio di Ingegneria che progettava software per ENI.

La forma mentis da dipendente è difficile da cancellare. Pur avendo più committenti ero alla fine una sorta di dipendente mascherato. L’80% del mio lavoro era con un unico cliente.

Furono 5 anni interessanti, in cui appresi molto. Pur avendo più committenti, ero alla fine una sorta di dipendente mascherato. L’80% del mio lavoro era come consulente ENI. Inoltre lavoravo su tecnologie diverse. Per ENI con Oracle e Microsoft, per progetti personali su stack LAMP.

Per questo, decisi di lasciare anche questo incarico e iniziare a far crescere le mie conoscenze sul web.

Era il 2007 e pensai che il futuro sarebbe stato nell’e-Commerce.

Quindi sei diventato un Consulente e-Commerce…

Al tempo c’erano Ebay e pochi altri. Cercai un software open source da far conoscere alle aziende. Trovai Magento, nella sua versione 1.3 e, insieme ad altri ex colleghi, iniziai a studiarlo e rivenderlo. Fondai con loro una società, e lì iniziarono i primi problemi. La somma di 4 freelance non fa lo stesso fatturato di ognuno.
In più scopri che tu arrivi in ufficio alle 7 mentre altri alle 10, i compiti sono diversi e ti accorgi di non avere soci ma dei dipendenti.

Decido di uscire, perdendo gran parte dei clienti che avevo portato come eredità, e iniziare il mio lavoro da vero freelance.
Le aziende iniziano a contattarmi.
Essendo un freelance devo fare network e completare un’offerta che non ho.
Così inizio a conoscere altri professionisti, con i quali lavoro ancora oggi.

Il lavoro cresce a tal punto che decido con mia moglie di aprire una società di sviluppo software in Russia. Mia moglie è di origine russa e mi aiuta in tutti gli ambiti amministrativi e di conoscenze. Per tre anni, faccio crescere un gruppo di programmatori e li specializzo nello sviluppo di progetti e-Commerce. Lo stato russo ci mette a disposizione un ufficio in un incubatore di start up.

Inizio a prendere anche commesse da parte di Agenzie Web importanti ed aumento le mie attività, facendo anche lavori per agenzie web locali. Oggi sono sempre in viaggio tra la Russia e l’Italia, e ho aggiunto anche servizi di traduzione di siti web e cataloghi e-Commerce. In questo momento lavoriamo sia nel mercato italiano che in quello russo cercando di creare dei nostri prodotti proprietari.

Come gestisci il tuo tempo? Come ti organizzi?

Nel mio lavoro uso come metodo il timeboxing. Usare il timeboxing mi aiuta a capire i miei limiti, a capire quanto rende un progetto, e quanto posso stimare una determinata attività. Mi aiuta a classificare i clienti perché posso dire a fine mese quanto ho realmente guadagnato. Utilizzo la tecnica del pomodoro per concentrarmi sulle attività e misurarle.

Ogni anno, faccio un elenco dei principali eventi. Ad esempio, l’anniversario di matrimonio, i compleanni dei miei figli, i vari viaggi tra Russia e Italia.
Questo macro calendario mi aiuta a capire nei periodi dell’anno quali sono gli eventi principali.

Poi suddivido gli aspetti della vita in lavoro, vita privata, carriera, amicizie, finanza, salute. Perché il lavoro non è la sola metrica. Se focalizzi tutto sul lavoro, perderai in salute e in relazioni, a lungo andare anche la tua carriera e il tuo lavoro ne risentiranno: paradossalmente, per troppo stress, ti ammali e non puoi lavorare.

Nell’anno mi prefiggo tre grandi obbiettivi per ognuno di questi campi.
Successivamente inizio a declinare questi macro obbiettivi, in obbiettivi mensili e poi in obbiettivi settimanali. Ogni giorno registro le attività in fogli cartacei e a fine settimana li registro in fogli Excel.

Il mio obiettivo è ogni giorno chiudere delle attività piccole che mi portano a fare attività più complesse.

Quando esco dal lavoro mimo il gesto di prendere il cappello da un attaccapanni ed indossarlo: il lavoro è finito, adesso c’è la famiglia, ci sono le amicizie, lo sport, la lettura.

Quando esco dal lavoro, sia negli uffici italiani che in quelli russi, mimo il gesto di prendere il cappello da un attaccapanni ed indossarlo: il lavoro è finito, adesso c’è la famiglia, ci sono le amicizie, lo sport, la lettura.

Così quando rientro in ufficio appoggio il mio ipotetico cappello nell’attaccapanni: si inizia a lavorare, ho 8/9 ore in cui mi devo concentrare.

Ogni 25 minuti una pausa di 5 minuti.
Ogni 2 ore faccio una pausa di 30 minuti.

Come gestisci i tuoi clienti?

I clienti li gestisco in modo molto netto e classico. Il mio lavoro deve essere rispettato, non ci si svende. La mia tariffa minima è quella e sotto non si va. Prima di fare un lavoro si fa un contratto che descrive il lavoro, gli obiettivi, gli step di pagamento. Se il contratto non è preciso ci saranno dei problemi.

Meglio perdere un lavoro che prenderne uno dove ti sei svenduto ad un cliente che non sa nemmeno bene cosa vuol fare, ma è sicuro che ci vuole poco e che potrebbe farlo anche lui ma non ha tempo.

Descrivo sempre cosa fa il software e soprattutto cosa non fa il software.

Già nei colloqui con il cliente capisco con chi ho a che fare. Se sento dire più di due volte la parola “tanto cosa ci vuole?”, farò un’offerta che non sarà accettata dal cliente (sparo alto) per perderlo immediatamente.

L’altro campanello d’allarme è la fretta. “A noi servirebbe subito”, “ci vuole così tanto?”.

Per fare le cose bene ci vuole il giusto tempo.

Nota dell’intervistatore
Mi sembra un ottimo suggerimento questo di Filippo.
Se un cliente inizia con un “tanto cosa ci vuole?”, “quando hai 5 minuti mi puoi fare questa modifica”, “si può fare per… ieri”… sarà il caso di rispondere con sicurezza e sulla base dell’immutabile principio: “per fare le cose bene ci vuole il giusto tempo”.

A cadenza trimestrale analizzo l’andamento dei progetti e classifico i clienti con le classiche A, B, C.

I clienti C sono quelli che:

  1. non rispettano il tuo tempo,
  2. non pagano nei tempi stabiliti,
  3. hanno richieste bizzarre o difficilmente realizzabili.

I clienti C sono quelli che devono essere eliminati perché dannosi.

I clienti B sono quelli che iniziano ad essere problematici: sono da valutare.

I clienti A sono quelli su cui investire perché generano sempre valore per tutti.

Quindi sei d’accordo anche tu che il cliente non ha sempre ragione! 😉
La domanda che ti voglio fare è: come li elimini?

Mandi loro una mail comunicando che non intendi lavorare più con loro?
Alzi il prezzo in modo da rendere proibitivo lavorare con te?

Dico che non posso più seguire le loro aumentate esigenze e do alcune alternative alle quali possono rivolgersi.

Mai lasciare cattivi rapporti con nessuno.

Come trovi al momento i tuoi clienti?
E come li hai trovati all’inizio?

Purtroppo (e dico purtroppo) sono stato trovato dai clienti e dalle agenzie. Il mondo dell’e-Commerce su Magento è molto specifico. Nel mio caso rappresentiamo un piccolo mondo in cui tutti si conoscono.

All’inizio ho trovato i clienti tramite il mio sito web: ci ho lavorato molto, è la prima cosa che ho fatto. I clienti più importanti li ho trovati lì.

Come gestisci la tua crescita professionale?

Ultimo e importante aspetto della vita da freelance è la formazione, che deve essere continua. È necessario prevedere un budget di tempo e di denaro per formarsi, partecipare a conferenze, viaggiare. È il carburante dell’attività, apprendere nuove tecniche e idee, crescere continuamente.
Personalmente leggo molti libri e cerco di seguire conferenze di settore nell’ambito e-Commerce.

Che consiglio daresti ad un aspirante freelance?

ll consiglio che posso dare ad una persona che vuole fare il freelance è questo: credi in te stesso, non svendere il tuo lavoro, il mondo è pieno di opportunità, guarda lungo. A volte avrai nostalgia della presunta sicurezza del posto fisso, ma non sopporterai più la gerarchia o qualcuno che ti impone di fare qualcosa che ritieni sbagliato.

Voglio però lasciarti anche una nota di realismo: caro il mio futuro freelance, è un mondo duro e la libertà ha un prezzo, i risultati si vedono nel medio periodo, quindi preparati ad avere i primi veri risultati dopo non meno di 2/3 anni.

Che suggerimento daresti a un aspirante freelance circa la strategia più adatta per trovare i (primi) clienti?

Prima di tutto fare un piano di servizi. Dare un costo ad ogni servizio. Avere chiaro quello che si fa. Non fare tutto, non è possibile.

Cercare delle sinergie con altri professionisti.
Sono un front-end? Ci sarà sicuramente un back-end che ha bisogno delle mie attività.

I primi tempi dedicate molto al marketing e al farvi conoscere.
Cercate i clienti, non fatevi trovare.
Cercate il vostro target non andate a suicidarvi sul prezzo.
Se prendete un lavoro complesso ma pagato male, solo perché avete offerto meno del vostro concorrente… fallirà! Probabilmente dovrete litigare per essere pagati e avrete perso tempo.

Mi permetto di darti questi consigli sulla base degli errori che ho fatto io.
Un vecchio del mio paese, un vero affarista, un giorno mi ha avvicinato e mi ha detto: “Non guardare la coda, sennò ti scappa la vacca”.

Qual è il più grande errore che hai fatto nella tua carriera?

Perdere tempo con le persone sbagliate.
Negli affari le persone sono spietate.
Scegliete bene i vostri collaboratori.

E il tuo più grande successo, la scelta più azzeccata?

Decidere di adottare Magento come base per i miei lavori.

Dici che leggi e hai letto molti libri… Qualcuno da consigliare?

Getting Result the Agile Way: lo consiglio perché parla di come organizzare la propria vita non pensando solo al lavoro. Molto utile per chi deve passare dal lavoro organizzato da altri (dipendente) al lavoro organizzato da soli (freelance).

Quali sono secondo te gli scenari futuri del mondo dell’e-commerce?

Domanda molto complessa. L’e-Commerce secondo il mio punto di vista sarà multicanale e multimarket. Chi vuol fare e-Commerce deve avere dei volumi alti per aumentare il margine. Il passo fondamentale è dunque quello di internazionalizzare, vendere in mercati diversi ed avere più canali di vendita mantenendo la propria identità di prodotto.

Dal punto di vista tecnologico, mi aspetto una semplificazione dei sistemi soprattutto per l’acquisto tramite dispositivi mobili. Per i merchant già esistono delle applicazioni che trasformano uno smartphone in un POS, abbattendo molti dei costi che le banche italiane impongono sui POS. La direzione è la semplicità e gli acquisti in sicurezza.

In generale vedo un mercato in grande evoluzione e mi attendo un salto “quantico” tipico dei cambi di paradigma. Non dimentichiamoci, che finito il mantra dell’anno del mobile, ora è imperante il mantra “internet delle cose” che dal mio punto di vista può aprire, anche nelle esperienze di acquisto, dei mondi non ancora esplorati.

Bene Filippo…
Direi che siamo arrivati alla conclusione di questa interessantissima intervista! Un ultimo messaggio?

Se volete mettervi in contatto con me potete farlo attraverso il mio profilo Linkedin o attraverso il mio sito web: magedevel.com

Filippo, freelance da 10 anni.

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