- Diventare Traduttore Freelance. Intervista a Federico Batori
- Chi è Federico Batori
- Professione Traduttore Freelance
- Come sei diventato traduttore freelance?
- Specializzarsi in una nicchia
- Come trovi i tuoi attuali clienti?
- I tuoi clienti ideali
- Quanto è importante l'inglese... per tutti?
- Decisioni coraggiose
- Consigli per chi vuole mollare il posto sicuro
- Come si superano i momenti difficili?
- Freelance per godersi la vita... o per viaggiare
- Il futuro del settore
- Messaggio all'umanità
Come diventare traduttore freelance e lavorare bene specializzandosi nella nicchia – ben precisa – dei mercati finanziari. Ne parliamo con Federico Batori.
“Il mondo non può essere tradotto. Può solo essere sognato o toccato con mano.” Dejan Stojanovic
Chi sei?
Prima di iniziare la mia esperienza nomade vivevo a Foligno, in Umbria.
Dopo la laurea ho avuto esperienze professionali eterogenee, ma devo riconoscere di aver seguito una traiettoria discendente… una cosa piuttosto inquietante!
Ho lavorato come collaboratore all’università, poi in banca, in amministrazione, logistica, autogrill e infine cinema… come responsabile pop-corn!
Comunque, fra una proiezione e l’altra, nei miei tre anni da operatore cinematografico ho avuto la possibilità di riprendere gli studi e da qui è nata la mia carriera di traduttore.
Mi occupo di traduzioni dall’inglese all’italiano nel settore dei mercati finanziari, specializzazione che ho maturato sul campo, grazie anche a una preparazione piuttosto solida in discipline economiche.
Nello specifico mi occupo di forex, opzioni binarie e trading in generale, un settore che gli ultimi anni è esploso e che continua a crescere.
Ai tempi, per migliorare il mio inglese, leggevo abitualmente articoli dell’Economist ed è qui che mi imbattei in un pezzo che trattava di piattaforme per il lavoro on-line come oDesk e Elance*.
* Oggi unificate e diventate Upwork [N.d.R.]
Si parlava, fra le altre cose, di traduzioni: l’idea era eccitante.
Iniziai traducendo articoli per WikiHow, un lavoro pagato veramente pochissimo ma divertente e stimolante, un’ottima base di partenza.
Un paio di mesi dopo, ancora su oDesk, entrai in contatto con un’agenzia specializzata in mercati finanziari, in particolar modo nel forex.
Facendo leva su una buona formazione in economia, superai il test propostomi e da lì in poi… forex, forex, forex, forex!
La specializzazione in questo settore è importantissima, a maggior ragione in mancanza di una formazione specifica in traduzione.
È chiaro che tradurre un testo generico, come un romanzo, richiede una conoscenza tanto più approfondita possibile della lingua di partenza e delle tecniche di traduzione (per non parlare della padronanza nella lingua di arrivo!).
Specializzandosi in un settore specifico, invece, un aspirante traduttore, per esempio, laureato in… Scienze Politiche, riesce a maturare in un tempo ragionevole conoscenze e competenze che lo distanzino dai potenziali concorrenti, permettendo un graduale aumento delle tariffe.
Ovviamente chiamare “nicchia” il settore delle traduzioni finanziarie è riduttivo, perché si tratta davvero di un universo in cui la competenza paga, e paga bene.
Quindi, se non si ha una conoscenza veramente eccellente della lingua inglese e del mondo anglofono né una laurea in Scienze delle Traduzioni, la specializzazione è senz’altro la strada da seguire, quella che permette di valorizzare il proprio percorso di studi e le proprie esperienze professionali.
Per trovare clienti, come già detto, ho utilizzato molto le piattaforme oDesk e Elance, mentre altre volte sono stato contattato tramite passaparola, ma in questo caso le cose vanno da sé e tutto ciò che posso fare è lavorare al meglio e cercare di soddisfare i miei clienti.
Comunque, nel mio settore non devo cercare clienti in continuazione, perché il flusso di lavoro è continuo: per capirsi, gran parte del mio lavoro consiste in traduzioni di analisi di mercato giornaliere.
Forse chiedo troppo?
Ti chiederò quindi “quanto è importante l’inglese… per chiunque?” 🙂
Un professionista di un certo livello privo un ottimo inglese rischia di sentirsi “straniero a casa sua”, perché il suo ufficio sarà sì in Italia, ma è anche in Europa e nel mondo, e in tante parti del mondo, come sappiamo, un’ottima conoscenza dell’inglese viene data per scontata.
Per alcuni mesi ho lavorato come traduttore continuando contemporaneamente a lavorare al cinema.
Era davvero molto impegnativo e stressante, ma dopo solo un paio di mesi ricevetti una bella offerta da un’agenzia…
La rifiutai perché non sono davvero tipo da salti nel buio e pensavo fosse troppo presto (il classico: è troppo bello per essere vero!), ma qualche mese dopo ero lì a mangiarmi le mani.
Fortuna vuole che si siano presentate altre opportunità che questa volta non mi sono fatto sfuggire.
Che consigli daresti a chi ha paura di mollare il posto “sicuro”?
Inviterei tutti a cercare di seguire un percorso che sia il più graduale possibile.
Il successo purtroppo non deriva dall’intensità con cui si detesta il proprio lavoro e la vita che si conduce, ma dall’amore e dalla passione che alimenta e sostiene il nuovo percorso professionale e di vita.
Il successo non deriva dall’intensità con cui si detesta il lavoro e la vita che si sta facendo, ma dall’amore e dalla passione per il percorso professionale e di vita a cui si aspira.
Da una parte bisogna aprire gli occhi alla realtà e non sminuire le difficoltà a cui potremmo andare incontro, dall’altro bisogna anche essere aperti alle possibilità che il mercato offre.
Io non credo proprio che il successo si raggiunga guardando dentro se stessi, semmai aprendosi all’esterno… il denaro di cui abbiamo bisogno, in fin dei conti, è nelle tasche di altre persone.
Rendiamoci utili.
Per come la vivo io, nei momenti difficili consola la consapevolezza di avere una direzione chiara.
Devo dire che, in vita mia, non mi è mai capitato di avere problemi economici veri, questo anche perché se il mio conto corrente scende sotto una certa soglia vado in panico, smetto di spendere e mi metto a lavorare sodo.
Comunque, il segreto sta nell’avere ben chiara la direzione verso cui muoversi.
In quest’ottica, se non raccogli, semini, e se semini, raccoglierai.
Bella domanda… io direi di sì, cento volte sì.
Io amo il mio lavoro, amo tradurre e accetto volentieri di trascorrere otto o dieci ore al giorno traducendo roba di mercati finanziari.
Questo perché so che è il mio bene.
So che farlo mi garantirà la libertà di viaggiare e l’opportunità di costruirmi la vita che desidero.
In caso contrario, di sicuro non farei traduzioni finanziarie e forse non sarei neanche traduttore, chissà.
Il settore delle traduzioni è molto più vitale e prospero di quanto si creda, a maggior ragione se parliamo di traduzioni specialistiche.
Tuttavia, sono proprio le traduzioni specialistiche ad essere minacciate dallo sviluppo della traduzione automatica; è chiaro che ancora per molti anni la Machine Translation sarà solo uno strumento nelle mani del traduttore volto ad aumentarne la produttività, ma nel tempo si farà sempre più minaccioso.
Ma questo vale anche per tantissime altre professioni.
Io ho scelto, so qual è la mia strada.
Grazie per questa interessante chiachierata!
Un ultimo messaggio all’umanità?
Viaggio costantemente oramai da tre anni e sono felice di aver ricevuto tanti preziosi messaggi dall’umanità!
Il mondo è così grande e io sono così piccolo… l’unica cosa che posso dire all’umanità è:
GRAZIE!