Gerardo Forliano Consulente Growth Hacking

Diventare Consulente Growth Hacking. Intervista a Gerardo Forliano

Cosa fa e come si diventa Consulente Growth Hacking. E quanto è importante il Personal Branding per un freelance. Ne parliamo con Gerardo Forliano*.

* Intervista realizzata da Fabio Faccin.

Ciao Gerardo
La cosa bella dell’oggi è che puoi scegliere di farlo diventare migliore dell’ieri. (Robin Sharma)
Chi sei?

Mi chiamo Gerardo Forliano, sono classe 1988 e ho una laurea in Ingegneria Informatica.

Sono nato a Milano, dove vivo tutt’ora, con qualche parentesi da nomade digitale, tra cui un breve periodo di 6 mesi a Barcellona.

Se dovessi scegliere un podio delle mie passioni, indicherei in ordine sparso i viaggi, l’arte e la mia amata Juventus.

Cosa fai? Di cosa di occupi di preciso?

Sono un Growth Hacker, faccio consulenze strategiche di growth hacking a startup, PMI e professionisti.

Oltre alle mie attività da consulente, curo il mio personal brand, grazie al quale ricevo spesso richieste lavorative, attraverso due canali principali: il mio blog gerardoforliano.com e la mia pagina Facebook, nella quale pubblico ogni giorno un post su tool, libri e risorse varie sul growth hacking.

Last but not least, sono l’admin di Growth Hacking Italia, la community di riferimento del Growth Hacking in Italia.

Il Growth Hacker non è una tra le professioni più comuni. Di cosa si tratta nello specifico? E cosa lo differenzia dalle “tradizionali” consulenze di web marketing?

Per chi non sapesse cosa sia il growth hacking è sostanzialmente un modo particolare di fare marketing digitale.

Per dirla in maniera più formale, il growth hacking è un processo di rapida sperimentazione attraverso i canali di marketing e di prodotto al fine di individuare quali sono quelli più efficaci per favorire una crescita esponenziale di un business.

Come sei arrivato a diventare freelance?

Ho sempre avuto un’indole diversa rispetto alla maggior parte delle persone, che generalmente predilige tenersi stretto un posto di lavoro fisso.

Una caratteristica in comune con praticamente la totalità dei lettori di “Diventare Freelance”?

Il desiderio di autonomia professionale e di potersi creare il proprio progetto personale seguendo i propri ritmi e le proprie strategie.

Dopo la parentesi in Instilla, agency milanese specializzata in SEO e Conversion Marketing, ho deciso che era giunto il momento di lanciarmi definitivamente nel mondo della consulenza freelance.

Inoltre, la fortuna di fare un’attività del genere, oltre a gestirsi il proprio tempo come meglio si crede, è che posso nel frattempo portare avanti vari side-project che, chissà, magari un giorno uno di essi diventerà la mia verticale principale di competenza professionale: un servizio specifico, un prodotto digitale o un qualsiasi altro progetto nato dalla mia mente.

Intraprendenza e voglia di indipendenza sono fondamentali per iniziare da freelance, vero. Ma come hai trovato i tuoi primi clienti?

Network, tantissimo network.

C’è stato un periodo in cui spesso e volentieri partecipavo ai vari meetup verticali su determinate tematiche professionali, dallo sviluppo software al mondo startup, durante i quali conoscevo altri professionisti del settore e potenziali clienti.

Ultimamente ho diminuito drasticamente il numero di questi eventi perché una buona parte, anche se non tutti (non bisogna comunque generalizzare), si rivela poi una perdita di tempo, vuoi per la qualità bassa o troppo generalista degli speech, vuoi per un’organizzazione non efficiente della serata.

Perciò un piccolo consiglio che posso dare ai lettori di Diventare Freelance è: diffidate da certi eventi, cercate di partecipare solo a quei pochi che possano davvero avere un impatto significativo su voi stessi e la vostra professione.

Stiamo facendo business, non chiacchiere. Per quelle ci sono gli amici.

Detto ciò, la verità è che i contatti contano molto.

Ed è proprio grazie al passaparola che ho ottenuto le prime richieste di consulenza.

Poi la professionalità, la disponibilità e la qualità hanno fatto la differenza per scalare successivamente il numero delle proposte lavorative.

Quindi non hai mai investito in strumenti di pubblicità/marketing per trovare clienti?

Potrà suonare strano ma al momento no.

O meglio, mai con l’obiettivo esclusivo di ottenere clienti.

Perché?

Semplicemente perché da tempo curo con una certa attenzione il mio personal branding, che ritengo essere un aspetto fondamentale per qualsiasi professionista*, ancor di più se operante nel settore digitale.

* Vedi anche “Cosa Significa Fare Branding per un Professionista” [N.d.R.]

Altrimenti sarebbe un po’ come la storia del calzolaio con le scarpe rotte.

Che credibilità puoi avere nel fare consulenza di marketing digitale se tu per primo non sai venderti sui canali digitali?

Certo, oltre alle attività di personal branding, potrei costruire un vero e proprio processo di lead generation personale ed è sicuramente qualcosa che farò ma attualmente ho così tante cose da fare altrettanto interessanti e strategicamente importanti che per il momento va bene così.

Quali sono in particolare le attività di personal branding che svolgi?

Contenuti, contenuti, contenuti: questa è la migliore attività di personal branding.

Riuscire ad offrire al proprio target guide, consigli e tutorial di ottima qualità è il primo passo per poter costruire un brand personale di valore.

Devi saper mostrare le tue competenze e conoscenze con un piano di contenuti relativi al tuo settore specifico.

Poi devi anche individuare quali sono nel tuo caso le piattaforme più efficaci sulle quali distribuire questi contenuti.

Personalmente, come citato all’inizio, pubblico le mie guide professionali sul growth hacking e marketing digitale in generale sul mio blog personale e curo delle mini-rubriche su base quotidiana sulla mia Pagina Facebook.

Nello specifico, su quest’ultima condivido idee, libri, tool e risorse varie sempre sulle mie tematiche d’interesse.

Inoltre, anche la mia community Growth Hacking Italia rappresenta un mio asset di personal branding, specialmente per quanto riguarda le fasi di brand awareness e acquisition (chi vuole può lasciarmi il suo indirizzo mail per essere iscritto alla newsletter del gruppo).

Ho parlato di newsletter ed infatti anche il canale mail è un altro che ritengo fondamentale soprattutto in termini di fidelizzazione con le persone che ti seguono.

Proprio in queste ultime settimane ci sto lavorando per potenziarlo significativamente.

A breve punterò anche ad espandermi sugli altri canali social, sui quali sono già presente ma al momento non li sto sfruttando al meglio per mancanza di tempo e per i troppi impegni che devo seguire.

Mi sa che a breve mi toccherà puntare su un assistente virtuale per togliermi di dosso alcune attività ripetitive time-consuming e che non richiedono strettamente la mia attenzione.

Quanti clienti riesci a gestire più o meno in un anno? Li segui da solo o hai dei collaboratori?

Non saprei farti una media su base annuale ma considera che le attività possono oscillare di mese in mese a seconda del tipo di cliente, di richiesta e di budget.

Per una buona parte di clienti, essendo da sempre il tipo di attività core su cui mi focalizzo, mi occupo della fase di analisi, reportistica e strategia su determinate aree specifiche del loro business, se non anche per un discorso più globale.

In altri casi, oltre a redigere una strategia da perseguire, si tratta di gestire e coordinare il team interno della società ed eventualmente integrarlo con delle risorse esterne, specializzate in ambiti professionali ben precisi.

Inoltre, ci sono stati anche casi in cui il mio rapporto di consulenza esterna è stata molto stretta con il cliente, a tal punto da seguirlo quasi esclusivamente nell’arco di vari mesi.

Infine in certi periodi cerco invece di ridurre al minimo le mie attività di consulenza per cercare di concentrarmi il più possibile su alcuni miei side-project, a cui tengo molto. Il mio personal branding in primis, come già ribadito precedentemente.

Perciò, per rispondere alla parte 2 della domanda, a seconda del progetto, posso avvalermi di vari collaboratori con cui ho un rapporto più o meno stretto. Ho dei rapporti di collaborazione con content marketer, su cui faccio ampio affidamento, social media manager, esperti di campagne a pagamento, e sviluppatori.

Sto ultimamente cercando alcuni freelance verticali su graphic design, email marketing, data analysis e video making.

Se avete suggerimenti a riguardo, ben venga.

Quanto definiresti importante la conoscenza della lingua inglese per poter avere successo come Growth Hacker?

Non è tanto un discorso relativo al growth hacking ma in generale.

Se vuoi incrementare le opportunità di business, è fortemente consigliato possedere un livello quantomeno minimo di conoscenza dell’inglese per poter gestire una call con dei potenziali clienti internazionali ed avere con loro una comunicazione efficace nel tempo.

Si tratta comunque di una cosa piuttosto risaputa.

Poi certo conoscere l’inglese, nel mondo del growth hacking, è importante anche per questioni di continuo apprendimento, dato che le risorse emergenti su aggiornamento nel campo sono la maggior parte di natura anglofona.

Tornando un attimo ai tuoi inizi come freelance, c’è stato per te un passaggio psicologico per arrivare alla decisione di dare le dimissioni dal posto di dipendente? Molti spesso sono terrorizzati da questo che viene spesso visto come un “salto nel vuoto”.

Sinceramente avevo da tempo l’intenzione di dedicarmi al 100% ai miei progetti e all’attività da freelance (magari con l’obiettivo futuro di aprire, chissà, un’agency di growth hacking).

Quindi per me il passaggio non è stato troppo impegnativo, anche perché, senza peccare di presunzione, mi sento molto sicuro delle mie capacità e competenze.

Certamente, devo fare ancor più esperienza, per poter gestire sempre meglio certe situazioni professionali, continuare ad aggiornarmi per ampliare le mie conoscenze e rimanere al passo con i vari trend del marketing, dei quali fortunatamente il growth hacking rappresenta ormai un esempio piuttosto evidente (basta fare una banale ricerca su Google Trends con mercato italiano di riferimento e finestra temporale relativa agli ultimi 5 anni).

Quindi quali ritieni possano essere i tuoi prossimi step sotto il punto di vista professionale?

Sicuramente rendere il mio personal brand una macchina quasi perfetta e fare in modo da incrementare le richieste di consulenza derivanti da esso.

In parallelo sto pensando di allargare il mio spettro di attività con meetup, eventi e corsi/workshop.

E, come ti dicevo, se si dovessero creare i presupposti, sviluppare un agency fortemente verticale su servizi di growth hacking, dall’analisi pura di un business (attraverso i raggi X del funnel dei pirati) fino al product management continuativo di un progetto imprenditoriale.

Eventualmente l’agency fungerebbe anche come laboratorio dove testare idee legate a progetti interni.

Se fossimo ad un colloquio di lavoro e ti chiedessi: come ti vedi tra 5 anni?

Colloquio di lavoro? Lo vedo molto improbabile come scenario per me 😉

Bene, grazie per la tua disponibilità Gerardo. Le tue risposte sono state molto interessanti e ci sono sicuramente molti spunti di riflessione. Siamo arrivati all’ultima domanda di rito: lancia il tuo messaggio all’umanità 🙂

Beh, dire di seguirmi sui miei canali digitali principali (Blog e Pagina Facebook) suonerebbe un po’ troppo markettaro (anche se più o meno esplicitamente l’ho appena fatto 😉 ) oppure concludere con qualche citazione ad effetto sarebbe alquanto scontato.

Perciò lancerò un messaggio molto concreto all’umanità. Più che un messaggio, è un consiglio.

Se avete qualche dubbio sulle vostre prospettive, siete alla ricerca di qualche idea di business e come poterla applicare, avete bisogno di trovare il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro, o semplicemente avete finito i libri da leggere…

Vi fornisco questa breve lista di libri – alcuni più famosi, altri meno – super consigliati.

A me personalmente hanno influenzato significativamente l’approccio generale alle cose ed il giusto mindset da tenere per affrontare al meglio la vita e le sfide lavorative.

E quando sento di averne bisogno torno a leggerli, il primo specialmente.

Lista libri consigliati:

Un saluto affettuoso ai lettori di Diventare Freelance.

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